martedì 15 aprile 2014

Napoli a Stoccolma : le cover in svedese delle canzoni napoletane


La grande tradizione melodica della canzone Italiana, ha sicuramente nella canzone napoletana una delle sue punte di diamante. Apprezzata e amata anche fuori dai nostri confini ha ispirato molti illustri interpreti che frequentemente hanno attinto a classici per i loro repertori. Basterebbe ricordare Elvis Presley con la sua "It's now or never" (O Sole mio) e "Sul mare luccica" (Santa Lucia)". Proprio quest'ultima canzone mi ha dato spunto per l'argomento di oggi che è l'incontro della musica napoletana con quella di un paese a me assai caro : la Svezia.
"Sul mare luccica" (o più semplicemente "Santa Lucia") fu scritta nel 1849 da Teodoro Cottrau, napoletano di origine francese che, nella prima stesura scrisse il testo in vernacolo. La canzone, definita una "barcarole", ossia una di quelle canzoni tipiche delle tradizioni marinaresche e, nel caso specifico, dei pescatori che abitavano il quartiere napoletano di Santa Lucia (negli anni '70 famoso per essere la patria dei contrabbandieri di sigarette) era destinata a entrare nella storia musicale mondiale. La canzone non ottenne un immediato successo fino a quando Cottrau non fece un testo anche in Italiano che ne aumentò a dismisura la popolarità.
In Svezia, questa canzone, è quasi un simbolo nazionale essendo diventata, chiaramente con un testo in svedese, la canzone tradizionale per i festeggiamenti del 13 Dicembre, giorno di Santa Lucia e momento particolarmente sentito da tutti gli Svedesi che celebrano in quel giorno il passaggio tra il buio perenne dell'inverno e il ritorno alla luce di cui la santa siracusana ne è divenuta il simbolo. Nel testo svedese il quartiere napoletano ha fatto spazio alla Santa da cui prende il nome. Cori formati da ragazzi e ragazze in veste bianca con una candela in mano e la "Lucia" di turno con la corona di candele accese in testa, portano la luce un pò in tutte le città svedesi cantando canzoni tradizionali, fra le quali il posto d'onore spetta proprio a "Luciasången" o "Sankta Lucia, ljusklara hägring". Assistere all'esibizione di questi cori è sempre una cosa suggestiva e che vale la pena vedere ed ascoltare. C'è poco di religioso in questa celebrazione e come tutte le più grandi festività svedesi trae origine da una tradizione pagana, anche se è dal 1700 che la festa viene celebrata e, dai primi del '900 ha assunto le modalità con la quale possiamo vederla anche noi, compresa la canzone che ne è diventata il simbolo. Possiamo, a ragione, definirla la "madre di tutte le cover svedesi di canzoni italiane.



Esplorando il panorama discografico svedese ho trovato una enorme quantità di materiale interessante, una serie insospettabile di canzoni italiane reinterpretate in lingua svedese, canzoni cantate da interpreti svedesi in italiano ed anche in napoletano, per finire a canzoni originali svedesi con ambientazioni, titoli e riferimenti al nostro paese. Ma l'argomento di oggi sono le canzoni napoletane entrate a far parte delle discografie di cantanti svedesi e sono davvero tante. Fra queste non poteva mancare un altro classico, ovvero "O' Sole mio".
Ne esistono tantissime versioni un pò per tutti i gusti, in svedese e in napoletano,cantata da molti tenori e incisa su dischi a 78 giri. Bisogna aspettare il 1958 per trovarla nel formato 45 giri ad opera del tenore Jussi Björling ( 5 Febbraio 1911, Borlänge - 9 Settembre 1960) che la interpreta in lingua originale. Una versione in Svedese del 1967, intitolata "Serenad till Patricia", viene incisa da Thore Skogman (9 Marzo 1931  Hallstahammar - 9 Dicembre 2007  Gävle), popolare compositore e cantante. Fra le numerose versioni strumentali segnalo quella di Arne Lamberth (13 Ottobre 1926 Mjölby, Östergötland - 21 november 1977 Hjärnarp), ottimo trombettista uscita nel 1975.


Altra canzone di grande successo, sul finire degli anni '50,  fu "Cerasella" in Italia portata al successo da Gloria Christian e Wilma De Angelis. Il titolo svedese è "I Körsbärstid" (Il tempo delle cigliege) ed è stata incisa da diversi interpreti. Towa Carson (31 Marzo 1936, Eskilstuna) ; Bibi Johns ( 21 Gennaio 1929, Arboga) ; Bibi Nyström ( 11 Novembre1925, Stockholm -17 Luglio 2010, Stockholm); Lily Berglund ( 21 Luglio 1928, Kvarnsveden, Dalarna - 15 Agosto 2010, Stockholm); Ann Louise Hansson (4 april 1944, Kristianstad), Tutte e cinque le incisioni riportano in copertina il titolo in Italiano e tutte risalgono all'anno 1959.







Lars Lönndahl - "En Grabb i Neapel" (Guaglione)
Al festival di Napoli del 1956 si impose una canzone che era stata originariamente assegnata al "Reuccio" Claudio Villa il quale però preferì cederla ad Aurelio Fierro. Si trattava della celebre "Guaglione". Al Festival a fare coppia con Fierro c'era Grazia Gresi. Il successo fu grande e immediato e varcò i confini nazionali fino ad arrivare in Svezia dove fu incisa da cantanti fra i più popolari del paese. Il testo svedese è abbastanza fedele all'originale e fu pubblicata con il titolo "En grabb i Neapel" (Un ragazzo di Napoli). Fra gli interpreti va ricordato Lars Lönndahl ( 19 Agosto 1928, Stockholm), sicuramente il cantante più popolare svedese negli anni '50 e '60, soprannominato "il Frank Sinatra svedese" e che gli Svedesi amano definire il "più vecchio teenager" del mondo.

Ingert Hoffman - "En Grabb i Neapel"
Ingert Hoffman ha una storia singolare. Dipendente delle Poste iniziò a cantare nel circolo dopolavoristico ma, quasi da subito, mise la sua voce al servizio di alcune famose orchestre Svedesi in voga negli anni '50. Rimase, comunque, dipendente delle Poste fino al 1972 per poi concludere la sua carriera lavorativa come segretaria in uno studio medico. Attinse anche lei dal repertorio Italiano e napoletano. Gli EP rimangono il supporto più utilizzato e, nella foto a fianco, vi è quello che contiene la sua versione di "En grabb i Neapel" (1957)


Le "Harmony sisters"  era un trio vocale finlandese che fu adottato musicalmente in Svezia. Il Trio iniziò la sua attività  nel 1935 ed era formato dalle sorelle Valtonen, Vera Enroth mezzosoprano, Maire Ojonen, contralto e Raija Avellan soprano. La loro carriera artistica finì nel 1956, in tempo per incidere un paio di pezzi Italiani fra i quali "En Grabb i Neapel" (1956)
Harmony Sisters - "Guaglione"




Ernie Englund (Chicago 26 Marzo 1928 - Visby, 21 Dicembre 2001),  fu un famoso musicista, trombettista . Nato a Chicago, negli Stati Uniti da genitori svedesi emigrati da Harnosand nel  1920 . Interprete nella big band di Les Brown nel 1944 all'età di 16 anni , successivamente in quella di Randy Brooks negli anni 1945-1947 . Tornato in Svezia nel 1952, si esibì in un concerto occasionale a Nalen, ricevendo molte attenzioni tanto da essere ingaggiato dalle orchestre di Carl- Henric Norin e quella di Arne Domnerus . Tornato negli Stati Uniti nel 1953 chiese di far parte dell'orchestra di Simon Brehm con il quale, tornato nuovamente in Svezia, ne fece parte nel periodo 1953-1954 . Successivamente, dopo aver formato un'orchestra tutta sua, a metà degli anni 1950,  divenne l'attrazione strumentale svedese più pagata. È diventato famoso per aver suonato e cantato nel primo disco di rock n ' roll Svedese nell' autunno 1952. Si trattava di una versione svedese di un pezzo di Bill Haley, "Crazy -man- crazy". Si stabilì a Las Vegas 1967-1970 . Negli anni 1973-1977 è stato impegnato in composizioni per orchestre militari a Sollefteå e, successivamente a Visby , dove visse fino al 1988 . Era famoso in patria per la sua incisione di " Gotland Summer Night " (1960 ). Fra le sue incisioni diversi pezzi "italiani" fra cui una versione strumentale di "En grabb i Neapel".






Bibi Nyström - "Luna Rossa"
Nel 1950 Vincenzo De Crescenzo e Antonio Vian composero una delle canzoni Italiane più famose all'estero, "Luna Rossa". Claudio Villa ne fece un suo cavallo di battaglia e anche Carosone la incluse nel suo repertorio. Ma sono veramente tantissimi i cantanti italiani e stranieri che l'hanno inserita nelle loro discografie, uno fra tutti Frank Sinatra. Non poteva mancare la versione in svedese della solita Bibi Nyström che la incise nel 1956.

            








Inger Berggren - "Basta 'Ammore"
Fra le finaliste del Festival di Napoli del 1958 vi era "Basta 'Ammore pe' campà" con la quale si esibirono Giacomo Rondinella e Nick Pagano. La canzone fu incisa, successivamente anche da Gloria Christian e Miranda Martino. Anche di questa canzone esiste una versione in svedese e fu interpretata da Inger Berggren e da Mona Grain nel 1959, con il titolo "Basta 'Ammore".
Mona Grain - "Basta 'Ammore"
Mona Igraine Grain (27 Ottobre 1941, Västerås) , è una cantante svedese e protagonista di varietà.Ha iniziato a cantare all'età di 14 anni e ha gareggiato in diverse competizioni amatoriali a Västerås. Una buona carriera fra gli anni '50 fino alla fine degli anni '60. Vanta un paio di partecipazione al Melodifestivalen (il Sanremo svedese) e una partecipazione all'Eurofestival del 1962. 





Lars Lönndahl - "På en regnig gata"
Il già più volte citato Lars Lönndahl incide nel 1958 un pezzo in Napoletano di Domenico Modugno, "Strada 'nfosa" che, in svedese, diviene "På en regnig gata" (In una strada piovosa). Gli altri tre pezzi di questo EP sono tutte cover di canzoni Italiane, ma verranno trattate in un nuovo articolo.






Gerd Persson - "Lazzarella"
Un altro pezzo di Modugno venne interpretato nel 1958 da Gerd Persson (22 Luglio 1933, Helsingborg), attualmente conosciuta con il nome di Gerd Mona Clarkson. Il pezzo in questione è " Lazzarella" che mantiene immutato il titolo anche nella versione in svedese. Non fu l'unica, in quanto anche Thory Gunhild Elisabet Bernhards (12 Ottobre 1920, Örebro), artisticamente conosciuta semplicemente come Tony Bernhards incise una versione. Il cognome originario era Berglind, ma fu artisticamente mutato in Bernhards in onore di suo padre, Thore Bernhards. Dopo aver trovato lavoro in una fabbrica di scarpe si dedicö, nel tempo libero, alla canzone, entrando a far parte di un quartetto femminile che si esibiva con canzoni "Hawaiane", Da solista raggiunse l'apice negli anni '50. Modugno scrisse la canzone per il film omonimo del 1957 e, lui stesso, fece parte del cast fra i quali, comparivano inoltre, Aurelio Fierro e un giovanissimo Terence Hill.
Thory Bernhards - "Lazzarella"



Arja Saijonmaa - "Leksaker & Perfym"
Arja Enna Helena Saijonmaa (1 Dicembre 1944, Sankt Michel - Finlandia), è una grande cantante Finlandese molto popolare in Svezia e con un vasto repertorio in lingua svedese. Nel 1982 pubblica l'album "Leksaker & Parfym" che significa "Balocchi & Profumi", prendendo spunto da una delle canzoni più popolari Italiane, cantata da Nilla Pizzi, Claudio Villa e altri ancora. La particolarità di questo bel disco dal vivo sta nel fatto che, tutte le tracce dell'album, sono canzoni Italiane cantate, in qualche caso in italiano e per il resto in svedese, fra le quali "Bella ciao". La track list include anche 4 canzoni napoletane : "Stinkosten" (Ciccio Formaggio), "Za Za" (Dove stà Zà Zà), "Regnet" (Chiove) e "Oh, mitt liv" ('O Surdate 'Nnammurato). Il risultato è eccellente e non solo per le 4 canzoni citate, ma per l'intero album, veramente di spessore e che mi permetto di consigliare (le tracce sono facilmente reperibili in rete) a tutti i lettori.

Katarina Hellgren
Un altra cantante di grande talento è Katarina Hellgren , padre svedese e una madre ebrea ungherese. Bravissima folk singer ha un vasto repertorio di ballate, canzoni popolari e canzoni d'autore, raccolte in vari paesi europei. Particolarmente stretto il suo legame con l'Italia, paese dove ha anche studiato e dove ha scoperto la poesia e la musica di Fabrizio De Andrè, tanto da mettere su uno spettacolo a lui dedicato intitolato "Amore che vieni" che ha portato in scena in Italia e in Svezia e dove riesce a dare una grande prova nell'interpretazione di numerosi pezzi di Faber. Di recente, il 23 marzo scorso, ha portato lo spettacolo a Stoccolma presso la Folkuniveritetet. Fra le canzoni del repertorio italiano vi è anche un classico della canzone napoletana, "Reginella", famosissima in tutto il mondo. Scritta nel 1917 da Libero Bovio, ebbe in Roberto Murolo uno dei migliori interpreti. Katarina e la sua versione svedese meritano l'attenzione degli appassionati.

Per concludere questo elenco (sicuramente non esaustivo) dedicato a canzoni e suggestioni napoletane in terra svedese, esistono alcune canzoni,  non cantate in napoletano, ma che hanno comunque Napoli al centro dell'attenzione.
Nel 1959, Carlo Donida scrive "Mais Oui" conosciuta anche con il titolo "Si Si Si Napoli" e la fa interpretare a Betty Curtis.  La canzone dal ritmo trascinante conquista il mercato scandivano con una versione in svedese, intitolata semplicemente "Napoli". Ad interpretarla fu Ann-Louise Hansson (nel 1961).

Ann-Louise Hansson - "Napoli"




Siw Malmkvist - "Buongiorno Amore"
Da segnalare una canzone originale svedese cantata da Siw Gunnel Margareta Malmkvist, in arte Siw Malmkvist (31 Dicembre 1936, Borstahusen, Landskrona),cantante di grandissimo successo e non solo in patria. Popolarissima in particolar modo in Germania con un vasto repertorio in lingua tedesca. Nel 1959 esce un EP che contiene una canzone dal titolo italiano "Buongiorno Amore" e testo in svedese e ambientazione napoletana. Ma la canzone è assolutamente svedese e scritta da autori svedesi.






















mercoledì 9 aprile 2014

L'Italian connection di Agnetha Fältskog


Agnetha Åse Fältskog è nota al pubblico Italiano per essere stata una delle due voci femminile degli ABBA, il gruppo Svedese che dalla metà degli anni '70 fino a gran parte degli anni '80 registrò un successo di portata planetaria, come pochi altri gruppi sono riusciti a ottenere. Ma quella con gli ABBA rappresenta solo una parte della carriera della cantante di Jönköping che sin da giovanissima aveva dimostrato di avere delle doti fuori dal comune che le avrebbero permesso una brillante carriera da solista, prima e dopo l'avventura con gli ABBA e persino durante lo stesso sodalizio artisco con gli altri tre membri del gruppo, Benny Andersson, Anni-Frid Lyngstad e Björn Ulvaeus, quest'ultimo divenuto suo compagno anche nella vita avendolo sposato nel 1971 e dal quale avrebbe divorziato 9 anni dopo. Carriera da solista ricca di successi ma, a differenza di quello riscosso con gli ABBA, più confinato all'area scandivana e del nord Europa, con qualche puntata nei paesi di lingua anglosassone, ma quasi del tutto assente nel nostro paese. Difficile spiegarne le ragioni. Sta di fatto che da solista, qui da noi, il successo è stato irrilevante. Ma nel repertorio di Agnetha ci sono alcune particolarità discografiche che hanno a che fare con l'Italia che vanno ricordate. Nel 1969 pubblica in Germania, dove Agnetha godrà sempre di grande popolarità, la versione in tedesco di un suo successo svedese "Det handlar om kärlek" che curiosamente, nella versione in tedesco, ha un titolo in Italiano "Concerto d'Amore", parole presenti anche nel testo della canzone.

Nel 1970 viene pubblicato il suo terzo album "Som jag är" (Come io sono), dal quale viene realizzato un 45 giri di successo che, sul lato "B" conteneva il pezzo "Som ett Eko" (Come un'eco), che è la cover di "Vagabondo" di Nicola Di Bari, una bella canzone del cantante pugliese definito il John Denver Italiano. Fresca e piacevole l'interpretazione di Agnetha.

 Nel 1971 esce il suo quarto album intitolato " När en vacker tanke blir en sång" prodotto da Björn Ulvaeus e che, nella facciata "B" ha come ultima traccia il pezzo "Dröm är dröm och såga såga" (Un sogno è un sogno, e una storia è una storia), cover di "Era bello il mio ragazzo", di Anna Identici. C'è un motivo che rende questa canzone, in qualche modo, storica. Il coro che accompagna Agnetha è formato da
Björn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad, vale a dire gli altri tre membri dei futuri ABBA ed è, di fatto, la prima canzone cantata assieme dal gruppo.
Per poter eseguire al meglio questa canzone, che presentava alcune difficoltà interpretative, Agnetha prende, appositamente, lezioni di canto segno di una grande dedizione e professionalità che ha contrassegnato tutta la sua carriera.

Nel 1972 Ennio Morricone firma la colonna sonora del film "Sacco e Vanzetti" e, a rendere immortale la toccante colonna sonora, contribuisce Joan Baez che interpreta entrambi i lati di un bel 45 giri (Lato A : Here's to you/ Lato B: Tha ballad of Sacco and Vanzetti). Nello stesso anno Agnetha incide "Geh' mit Gott", una versione in tedesco di "Here's to you" con un testo che si discosta totalmente dalla vicenda dei 2 poveri anarchici italiani senza comunque perdere quel coinvolgimento emotivo avvolgente che scaturisce dalle note di Morricone.















All'inizio degli anni '70 fra i tanti gruppi stranieri venuti a cercare fortuna dalle nostre parti ci sono i "Middle of the Road", scozzesi di Glasgow. Vengono notati dai fratelli Mario e Giosy Capuano che, intuendo le potenzialità dei ragazzi, li propongono alla RCA. Affidati al produttore Giacomo Tosti, i Middle of the Road si affermano velocemente e non solo in Italia ma, con una serie di singoli azzeccatissimi, entrano nelle classifiche di tutta Europa, Gran Bretagna compresa.
Il gruppo scozzese vanta anche una partecipazione al Festival di sanremo del 1974, quando si esibiscono con un pezzo scritto da Pino Donaggio "Sole Giallo".
Per loro stessa ammissione gli ABBA si ispirarono ai Middle of the Road all'inizio della loro carriera e Agnetha, sia pure da solista, incise una versione in svedese di "Union Silver" pezzo inserito nell'album della band scozzese del 1973 "Drive On".
Il singolo viene intitolato "En sång om sorg och glädje" (Una canzone di dolore e gioia)  e venne inserita come pezzo inedito, in un album raccolta intitolato "Agnetha Fältskogs Bästa"

 La carriera di Agnetha continuerà ricca di successi con gli ABBA senza interrompere mai quella da solista. 
Dopo nove anni di vita assieme e due figli, arriva la separazione da  Björn Ulvaeus e, lentamente, Agnetha  stanca della pressione esercitata dai media sulla sua vita privata, abbandona progressivamente le sue apparizioni pubbliche, continuando in ogni caso la sua carriera di artista anche dopo la fine del sodalizio artistico con gli ABBA, che si concretizzano in alcuni album con canzoni vecchie e nuove, rivisitazioni e inediti che raccolgono il favore del pubblico, soprattutto in Svezia e nel nord Europa.
  
Passeranno, comunque, molti anni prima che Agnetha si cimenti con un altro pezzo legato al nostro paese. 
Nel 2004, vede la luce l'album "My coloring book" al cui interno compare un pezzo degli anni 60 del cantante livornese Fabrizio Ferretti, "Dimmelo parlami" che all'epoca, in Italia, non aveva riscosso un grande successo. La cover cantata in inglese, intitolata "A fool am I" diventa una sorta di "evergreen" incontrando il favore anche del pubblico britannico.




Nel 1983 si esibisce in Italia, alla TV Italiana, a Riva del Garda, interpretando il brano "Wrap your arms around me". Di seguito il rarissimo video di quella esibizione.


















lunedì 7 aprile 2014

Via Gluck ? No, Lyckliga Gatan !

Nella memoria collettiva di noi Italiani, "Il Ragazzo della Via Gluck" occupa uno spazio importante. Innanzi tutto l'interprete è quel furbacchione di Adriano Celentano, un monumento della Canzone Italiana bravo a far sue tematiche di stampo ecologiste in un periodo nel quale non tanti prestavano attenzione a questo genere di cose. Eppure la canzone conobbe l'onta della eliminazione da parte delle giurie nella prima serata del Festival di Sanremo del 1966 ma, evidentemente, l'impressione che aveva lasciato alla maggior parte degli Italiani che l'avevano ascoltata, fu molto profonda. Il pezzo divenne presto un hit che sbaragliò le nostre classifiche di vendite tanto che il pezzo piacque anche all'estero fino ad essere adottato da cantanti di primo piano che ne fecero versioni di grande successo nei loro paesi di origine, prime fra tutte Francoise Hardy che, con testo di Eddy Marnay, incise "La Maison ou j'ai grandi". Il testo francese, pur mantenendo una certa attinenza a quello italiano, perde completamente la connotazione ecoligista che, invece, torna ad essere protagonista nella versione inglese della cantante Verdelle Smith e intitolata "Tar and cement".
Ma la cover che ha la storia più interessante è sicuramente quella Svedese, interpretata da Anna-Lena Löfgren e intitolata "Lyckliga Gatan".
Scritta da Britt Lindeborg, una sorta di versione Svedese in gonnella del nostro Mogol, Lyckliga Gatan (Via della Felicità) è la vera storia di questa strada, realmente esistente  ad Hagalund, dove per far spazio ad alcuni casermoni popolari, nel 1960 furono abbattute alcune casette appartenenti a famiglie di operai.
Il testo somiglia molto a quello di Celentano e diciamo che ha una certa attinenza filosofica.
Fatto sta che, questa versione, fece irruzione nella classifiche Svedesi (Svensktoppen) per sostarvi ben 14 settimane, dal 10 Dicembre 1967 al 10 marzo 1968 e il successo fu tale che, ben presto, si estese alla vicina Norvegia. Il pezzo fu premiato con il Disco d'oro in Svezia e con quello di platino e di diamanti in Norvegia ed entrò, con grande forza nel cuore di tutti gli Svedesi diventando un vero e proprio "evergreen", ripreso da altri artisti come Lotta Engbergs Orkestra, Trio me' Bumba, Nisse Hellberg, Thorleifs, Cajsa Stina Åkerström e, persino, una versione recentissima della vincitrice dell'Eurofestival 2012, Loreen, che ne ha inciso una particolare versione in collaborazione con Governor Andy.
Una curiosità : molti Svedesi ignorano che Lyckliga Gatan è una cover e, in qualche caso, viene addirittura indicata come originale, la versione Francese di Francoise Hardy "La Maison ou J'ai grandi".



La son ou j'ai grandi La maison ou j'ai grandi

domenica 6 aprile 2014

Cover, che passione

Da collezionista di vinili ho sempre avuto due passioni particolari : il formato 45 giri e le cosiddette "cover". Gli anni 60, in Italia, sono stati un punto di svolta nella storia musicale del nostro paese facendo registrare un veloce e inesorabile "passaggio" dal genere che, fino allora, ci aveva contraddistinto, quello melodico,  a nuove espressioni musicali più moderne. Il proliferare di gruppi (quelli che comunemente venivano chiamati "complessi") in tutta la penisola, aveva scatenato fra i più giovani una grande voglia di adeguarsi ai costumi e ai gusti musicali che provenivano da paesi a nord delle Alpi. In breve tempo canzoni di successo, prevalentemente provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, vennero adottate dai gruppi e cantanti nostrani che le resero popolari anche qui da noi. I tempi erano diversi e i dischi arrivavano in Italia solo dopo mesi rispetto alle uscite nei paesi di origine. La famosa Radio Luxembourg fu un tramite eccezionale per i tanti complessi che si affacciavano nel rinnovato panorama musicale italico. Pezzi inediti e grandi successi  venivano ascoltati e registrati con l'aiuto del "Geloso" o di altri registratori a bobina, per essere successivamente interpretati, rielaborati e, in qualche raro caso, persino migliorati rispetto agli originali. Si prendeva un pezzo, gli si abbinava un testo in Italiano e si incideva il disco che, in tantissimi casi, diventava un successo di vendita e di ascolti. Stiamo parlando delle cosiddette "cover" che, per essere considerate tali, dovevano avere i permessi delle case discografiche detentrici dei diritti, ragion per cui, sul disco, dovevano essere riportati correttamente i nomi degli autori originali affiancati da quello dell'autore del testo in italiano. Una procedura non sempre seguita alla lettera e, in maniera più frequente di quello che si pensa, le "dimenticanze" erano all'ordine del giorno e passavano mesi o anni, prima che qualcuno si facesse avanti per reclamare e a far valere i propri diritti. Erano dei plagi veri e propri che davano luogo a procedure legali che portavano al ritiro dal mercato di dischi che, in qualche caso, avevano già venduto migliaia o milioni di copie. Emblematico è il caso di "Un riparo per noi", lato B del 45 "Noi non ci saremo" dei Nomadi. Era inequivocabilmente la versione con testo italiano di "With a girl like you" dei Troggs ma, degli autori originali, non c'era traccia da nessuna parte. Il disco fu ritirato dal mercato e ripubblicato con un lato B differente "Spegni quella luce", per la felicità di molti collezionisti odierni.
 Ma non sempre le cose andavano così e qualcuno è riuscito a farla franca. E' il caso di un oscuro duo "Davide e Sara" che incise un 45 giri dale tematiche pacifiste rafforzate da una copertina che è tutto un programma, dal titolo "Facciamo l'amore e non la guerra". Peccato che si siano dimenticati di precisare che il pezzo non era altro che una cover rielaborata di "Good Vibrations" dei Beach Boys.

Il disco, forse anche per il fatto che non raggiunse alcun tipo di successo, passò lentamente nell'oblio senza che qualcuno si fosse mai fatto avanti a tutelare i propri diritti. Il fenomeno delle cover non si limitò ai soli "complessi" e coinvolse, rapidamente, un pò tutta la schiera di cantanti di quel periodo, da Mina a Claudio Villa. Fare oggi un elenco esaustivo di tutte le cover realizzate in Italia è impresa al limite dell'impossibile, essendo la loro quantità veramente spropositata. Non passa giorno che non si scopra qualcosa di nuovo nelle discografie di cantanti nostrani dell'epoca. Bisogna anche dire che gli archivi delle case discografiche sono incredibilmente carenti da questo punto di vista e questo non facilita il compito di chi ha provato a mettere ordine in questa particolare materia e sono proprio i collezionisti e gli appassionati che, spesso, riescono ad aggiornare alcune discografie con nuove scoperte.