domenica 6 aprile 2014

Cover, che passione

Da collezionista di vinili ho sempre avuto due passioni particolari : il formato 45 giri e le cosiddette "cover". Gli anni 60, in Italia, sono stati un punto di svolta nella storia musicale del nostro paese facendo registrare un veloce e inesorabile "passaggio" dal genere che, fino allora, ci aveva contraddistinto, quello melodico,  a nuove espressioni musicali più moderne. Il proliferare di gruppi (quelli che comunemente venivano chiamati "complessi") in tutta la penisola, aveva scatenato fra i più giovani una grande voglia di adeguarsi ai costumi e ai gusti musicali che provenivano da paesi a nord delle Alpi. In breve tempo canzoni di successo, prevalentemente provenienti dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti, vennero adottate dai gruppi e cantanti nostrani che le resero popolari anche qui da noi. I tempi erano diversi e i dischi arrivavano in Italia solo dopo mesi rispetto alle uscite nei paesi di origine. La famosa Radio Luxembourg fu un tramite eccezionale per i tanti complessi che si affacciavano nel rinnovato panorama musicale italico. Pezzi inediti e grandi successi  venivano ascoltati e registrati con l'aiuto del "Geloso" o di altri registratori a bobina, per essere successivamente interpretati, rielaborati e, in qualche raro caso, persino migliorati rispetto agli originali. Si prendeva un pezzo, gli si abbinava un testo in Italiano e si incideva il disco che, in tantissimi casi, diventava un successo di vendita e di ascolti. Stiamo parlando delle cosiddette "cover" che, per essere considerate tali, dovevano avere i permessi delle case discografiche detentrici dei diritti, ragion per cui, sul disco, dovevano essere riportati correttamente i nomi degli autori originali affiancati da quello dell'autore del testo in italiano. Una procedura non sempre seguita alla lettera e, in maniera più frequente di quello che si pensa, le "dimenticanze" erano all'ordine del giorno e passavano mesi o anni, prima che qualcuno si facesse avanti per reclamare e a far valere i propri diritti. Erano dei plagi veri e propri che davano luogo a procedure legali che portavano al ritiro dal mercato di dischi che, in qualche caso, avevano già venduto migliaia o milioni di copie. Emblematico è il caso di "Un riparo per noi", lato B del 45 "Noi non ci saremo" dei Nomadi. Era inequivocabilmente la versione con testo italiano di "With a girl like you" dei Troggs ma, degli autori originali, non c'era traccia da nessuna parte. Il disco fu ritirato dal mercato e ripubblicato con un lato B differente "Spegni quella luce", per la felicità di molti collezionisti odierni.
 Ma non sempre le cose andavano così e qualcuno è riuscito a farla franca. E' il caso di un oscuro duo "Davide e Sara" che incise un 45 giri dale tematiche pacifiste rafforzate da una copertina che è tutto un programma, dal titolo "Facciamo l'amore e non la guerra". Peccato che si siano dimenticati di precisare che il pezzo non era altro che una cover rielaborata di "Good Vibrations" dei Beach Boys.

Il disco, forse anche per il fatto che non raggiunse alcun tipo di successo, passò lentamente nell'oblio senza che qualcuno si fosse mai fatto avanti a tutelare i propri diritti. Il fenomeno delle cover non si limitò ai soli "complessi" e coinvolse, rapidamente, un pò tutta la schiera di cantanti di quel periodo, da Mina a Claudio Villa. Fare oggi un elenco esaustivo di tutte le cover realizzate in Italia è impresa al limite dell'impossibile, essendo la loro quantità veramente spropositata. Non passa giorno che non si scopra qualcosa di nuovo nelle discografie di cantanti nostrani dell'epoca. Bisogna anche dire che gli archivi delle case discografiche sono incredibilmente carenti da questo punto di vista e questo non facilita il compito di chi ha provato a mettere ordine in questa particolare materia e sono proprio i collezionisti e gli appassionati che, spesso, riescono ad aggiornare alcune discografie con nuove scoperte.

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